“Alcune malattie sono un fine pena mai”

Eutanasia e diritto di scelta: ne parlano Marco Cappato, Laura Santi e Marco Annoni

di Giuliana Ferraro

Mercoledì 6 aprile – Nella prima giornata del festival del giornalismo, alle ore 18:00, alla Sala dei Notari, si è svolto un toccante dibattito sull’eutanasia e sul diritto di scelta. Ad intervenire sono persone che questo tema lo vivono da vicino e che ne sono stati così toccati da averne fatto una propria battaglia.

A prendere la parola sono stati infatti Marco Cappato e Laura Santi, dell’Associazione “Luca Coscioni” e Marco Annoni, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, con la presenza della moderatrice Francesca Biagiotti, giornalista di Rai News 24.

Il tema è controverso e nel nostro paese una legge su questo argomento ha avuto e ha ancora un percorso tortuoso, fatto di tante battute di arresto e troppe poche vittorie, per ora. Si parla di una legge che oggi in Italia non c’è; una mancanza che grava sulle spalle di chi soffre. Solo questa sofferenza, quella vera, è riuscita in parte a smuovere le coscienze.

Ma non basta, perché la proposta di legge che ad oggi è all’approvazione in Senato parla di suicidio assistito, non di eutanasia, due pratiche con lo stesso fine ma molto diverse tra loro. Solo nel secondo caso infatti si parla di somministrazione di farmaci che provocano o avvicinano la morte, mentre nel primo caso si tratta solo di “lasciar morire”. Ma non in ogni caso, perché per poter accedere al suicidio assistito bisogna rispettare dei requisiti, rigidi: bisogna aver raggiunto la maggiore età, essere in grado di intendere e di volere, deve avere una prognosi tale da causare sofferenze sia fisiche che psicologiche che siano ritenute intollerabili; infine, deve essere un paziente tenuto in vita unicamente da trattamenti sanitari.

Ad oggi, nel 2022, un paese civile non può permettersi di escludere da una proposta di legge così importante una fetta troppo grande di persone che soffrono. Laura Santi, nel raccontare la sua battaglia contro la SLA che dura da 26 anni dice: “Io non voglio porre fine alla mia vita, io amo la vita, se oggi mi dicessero che la legge è stata approvata e che domani potrei usufruirne, io aspetterei dopodomani, ma voglio essere libera di scegliere”.