Le criptovalute come nuova merce di scambio della criminalità organizzata

di Eugenio Alunni e Biagio Runci
Venerdì 8 aprile – La terza giornata dell’International Journalism Festival è stata inaugurata presso l’Hotel Brufani con un incontro sull’universo delle criptovalute, tenuto da Ana Poenariu e Jan Lukas Strozyk, per conto dell’OCCRP (Organized Crime and Corruption Reporting Project), con la partecipazione di Hakan Tanriverdi, addetto alla sicurezza informatica dell’emittente radiotelevisiva tedesca “Bayerischer Rundfunk”.
Lo scopo del seminario è stato quello di mostrare come la moneta virtuale ha assunto un ruolo sempre più importante nella società odierna, tanto da diventare, a causa della difficile tracciabilità in rete e di un’ancora carente copertura giuridica, il principale oggetto del desiderio tra i moderni riciclatori di denaro e gruppi di hacker, che con i “ransomware” vanno a crittografare i dati sensibili di singoli individui o intere compagnie minacciando di venderli nel dark web salvo il pagamento di un riscatto in crypto.
È stata evidenziata proprio l’importanza di questo aspetto, puntando i riflettori sul fatto che, nonostante le monete virtuali siano in circolo dal 2009, il primo vero sequestro di criptovalute ottenute con i ransomware è avvenuto solo nel 2020, andandosi ad inserire in un processo che fino a quel momento aveva generato introiti a livello globale per centinaia di milioni di dollari.
Durante il seminario sono stati elencati i vari “tips and tricks” utili ai reporter e alle autorità per risalire alla fonte di queste attività, come la compravendita sugli ecommerce di hardware specializzati, il tracciamento del consumo di elettricità nei pressi delle cryptofarm oppure le semplici transazioni sia online che offline.
Infine è stato riportato un esempio diretto da parte di Tanriverdi, che ha avuto a che fare con un caso di ransomware presso la sua azienda, dove ha mostrato come lui e il suo team hanno agito per risolvere la situazione.
Guarda il video integrale dell’incontro: