La politica italiana, oltre il retroscenismo

Il fenomeno in Italia ed all’estero verificando l’utilizzo delle fonti

di Martina Marotta

Venerdì 8 aprile – Tre donne protagoniste, Chiara Albanese, giornalista di Bloomberg Business, Silvia Sciorilli Borrelli, giornalista di The Financial Times, e Marianna Aprile, conduttrice di Forrest su RAI Radio1, hanno colloquiato tra di loro, nella Sala dei Notari, su un tema molto attuale: il retroscenismo della politica italiana.

Il retroscenismo è stato definito come un vero e proprio gossip che aleggia intorno ai personaggi politici. Nel nostro Paese parlare del retroscenismo sta diventando quasi una tradizione, tanto che risulta difficile scindere la notizia vera dal retroscena. Sono molteplici e di varia natura le cause che hanno permesso lo sviluppo, nel tempo, di questo fenomeno. In primo luogo, i giornali vengono visti ancora in funzione del cartaceo, difficile da riempire e in cui tutto fa notizia. Contrariamente, i giornali online e i social riportano solo le notizie, trascurando il retroscenismo.

Molte volte gli stessi politici utilizzano i retroscenismi per veicolare notizie su se stessi, facendo in modo che vengano riportate dai giornali. Tutto ciò scaturisce dal fatto che, in Italia, a seguito di uno scandalo politico, per gli attori in gioco non si hanno conseguenze estreme come potrebbero essere le dimissioni da incarichi pubblici. Nel panorama internazionale è molto netta la differenza, infatti, l’utilizzo di tale forma di gossip si verifica solamente quando questi scandali intaccano il lavoro del politico, creando conflitti d’interesse. Il gossip retroscenista viene pubblicato su giornali come i tabloid che hanno questa specifica valenza. Risulta fondamentale il lavoro del giornalista per come esalta il senso di ciò che scrive.

Nel tempo, la graduale perdita di identità dei partiti ha portato ad una riduzione di quelle che sono le versioni ufficiali date ai giornalisti ed è quindi necessario verificare le fonti e trasmetterne l’attendibilità attraverso forme di scrittura ben chiare. Il trattamento delle fonti è vario nel panorama estero perché, contrariamente a quanto avviene in Italia, dove ne basta solo una, è necessario che le notizie siano confermate da almeno tre fonti diverse prima che vengano pubblicate. Si preferisce, dunque, non pubblicare un articolo, piuttosto che smentirlo in seguito.

Alla luce di tutto ciò è fondamentale capire quale è il ruolo svolto dal giornalista nel trasmettere una notizia tenendo presente che molti giornali italiani sono impregnati da tanta partigianeria, per cui seguono gruppi di politici o partiti politici in maniera diversa privilegiando alcuni personaggi a sfavore degli altri. È compito di tutti noi domandarci se per cambiare racconto e la dipendenza dai retroscenismi si debba cambiare l’oggetto di cui si parla, quindi la politica.


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